Cosa significa containerizzazione? Hai mai sentito parlare di Kubernetes in merito a questo concetto? Tutto concorre a velocizzare i processi di aggiornamento di applicazioni e software.
Cosa significa containerizzazione? Hai mai sentito parlare di Kubernetes in merito a questo concetto? Non è certo qualcosa che fa riferimento ai trasporti via mare o su rotaia, ma è un argomento molto attuale e nuovo che, in ambito informatico e aziendale, sta ottenendo buona diffusione. In realtà, tutto concorre a velocizzare i processi di aggiornamento di applicazioni e software, semplificando molte operazioni e rendendo più semplice la gestione di certi passaggi. Senza addentrarci troppo nel tecnico (lasciamo volentieri la materia agli esperti di B4web che curano professionalmente questi “sistemi di archiviazione”), la pratica favorisce l’esecuzione di migrazioni da data base (data center) a cloud, offrendo flessibilità operativa agli utenti e agli sviluppatori.
Per capire meglio cosa significa containerizzazione, la si può immaginare come un sistema di valorizzazione di un software e dell’investimento deciso per il suo utilizzo.
Il cosiddetto “container” ha lo scopo di incorporare un codice applicativo di un programma, al fine di renderlo operativo in ambienti diversi in cui andrà poi eseguito. Proprio questo “incapsulamento” permette di avere una esecuzione più rapida dei processi di apertura e funzionamento di un’app, rendendola più sicura.
La containerizzazione non prevede l’impiego di risorse del sistema operativo e rappresenta, altresì, una forma semplificata di ciò che è il concetto di virtualizzazione, ottimizzando i processi, sveltendo i tempi e migliorando la sicurezza.
Il vantaggio della containerizzazione più eloquente e tangibile riguarda la possibilità di eseguire un software (oppure un’app), sia sul server primario aziendale che su cloud utilizzati da terzi provider.
Anche le operazioni di aggiornamento sono molto più rapide e consentono agli sviluppatori di potersi concentrare sul prodotto in sè, offrendo così maggiore qualità delle dinamiche applicative.
Il concetto sottintende il concetto di portabilità delle app, permettendo uno spostamento veloce tra un ambiente riservato ai test e quello di reale produzione, tra un server e l’altro, tra un ambiente e un cloud, in base alla situazione e alle esigenze. Utilizzare un sistema che prevede l’impiego di container permette di rendere l’applicazione più “isolata” e dunque di innalzare il livello di sicurezza, a favore di una migliore gestione, più controllata e facilitata.
I cosiddetti strumenti di orchestrazione favoriscono ulteriormente i processi e la fruibilità dei software e Kubernetes ne è un esempio.
Kubernetes è un software libero di orchestrazione, ovvero un programma che interessa “l’automazione dei processi di deployment, gestione, scalabilità e networking dei container”.
Kubernetes è una piattaforma di tipo open source che permette la perfetta gestione in ambito di containerizzazione, con l’attitudine di semplificare i processi relativi alle app, anche in ampia scala.
All’atto pratico, basta far sapere alla piattaforma dove intendi eseguire il programma specifico per fare in modo che tutto venga predisposto automaticamente per l’esecuzione. Kubernetes è stato sviluppato già da alcuni anni e oggi conta diversi volontari che, liberamente, continuano a portare avanti nuove idee relative a innovazioni, aggiornamenti e manutenzioni inerenti il prodotto.
Grazie a Kubernetes è possibile disporre di un valido ed efficace strumento di tipo open source, tra i più impiegati a livello mondiale, per l’orchestrazione atta a gestire la containerizzazione. L’eliminazione dei processi manuali, la gestione semplificata di molti step e la velocità di esecuzione, sono le prime tre principali caratteristiche di questa intelligente piattaforma.
L’idea di chi ha iniziato a sviluppare questo speciale tool è nata con l’intento di semplificare la gestione di container, orchestrando con rapidità ed efficienza, in modo da incrementare le prestazioni strutturali dell’intero sistema, in totale sicurezza e affidabilità.
Chi richiede un servizio costante, affidabile e con alta disponibilità, Kubernetes si presenta come il migliore possibile.
Il tool funziona grazie a un master, diversi nodi e molti pod. Per capire meglio: il master identifica la macchina che dà origine ai vari processi e che controlla i nodi. Questi ultimi sono delle altre unità che hanno il compito di eseguire i comandi ricevuti dalla macchina master, mentre i pod rappresentano uno più gruppi di container e consentono il loro spostamento facilitato.
Infatti, Kubernetes consente una comoda distribuzione di container in modo che i carichi operativi siano gestiti nel miglior modo possibile. Sono i pod che aiutano a trasformare processi complessi in passaggi più semplici: quando si ha un alto numero di container, il raggruppamento è determinante al fine di una pianificazione ottimale delle operazioni richieste. Spetta a Kubernetes gestire e bilanciare i carichi di lavoro non solo a livello generale, ma anche internamente ai vari pod. Rispetto ad altri sistemi di orchestrazione, Kubernetes si dimostra il più affidabile e capace di gestire anche i grandi impegni operativi, dimostrandosi molto stabile.
Per comprendere cosa significa containerizzazione, è importante capire i vantaggi che Kubernetes può rilasciare alle aziende e a chi ne fa uso.
E’ palese che chi impiega Kubernetes ha una marcia in più e B4web, in questo senso, è in prima linea. I vantaggi sono tangibili e a beneficiarne sono le aziende a cui ci rivolgiamo e per le quali implementiamo un sistema di gestione delle applicazioni attraverso le containerizzazioni.
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